Pfizer abbassa le previsioni degli utili per il 2026, stimando un EPS (utile per azione) tra 2,80 e 3 dollari, al di sotto delle attese degli analisti (3,05 dollari). Sul banco degli imputati ci sono il calo delle vendite dei vaccini anti-Covid e la prossima perdita di esclusività di alcuni farmaci chiave, tra cui Xeljanz (tofacitinib), Eliquis (apixaban) e Ibrance (palbociclib), per un totale di 1,5 miliardi di dollari di riduzione degli utili.
Per il 2026 la big pharma USA prevede spese in R&S tra 10,5 e 11,5 miliardi di dollari, con focus sullo sviluppo del nuovo asset oncologico PD-1xVEGF e dei programmi acquisiti nell’operazione Metsera. Rivisto anche l’outlook 2025, ora fissato a 62 miliardi di dollari, nella parte bassa della precedente guidance.
Pfizer punta con decisione sulla crescita nel mercato dell’obesità e delle malattie cardiometaboliche, alla luce dell’acquisizione di Metsera per 10 miliardi di dollari e l’accordo da 2 miliardi con YaoPharma per il GLP-1 orale YP05002.
Gli analisti evidenziano che la strategia scelta dalla big pharma è corretta per tornare a crescere, ma permangono pressioni di breve termine legate alla perdita di esclusività dei blockbuster. Pfizer prevede infine risparmi per 7,7 miliardi di dollari entro il 2027, a supporto del rafforzamento della futura pipeline.